Di cosa hanno davvero bisogno i bambini?

“I terribili 2”, gli “snervanti 3”, i “frustranti 4”…

 

 

Se sai di cosa sto parlando sei sicuramente la mamma o il papà di un bimbo o una bimba di quest’età che mette spesso a dura prova i genitori. 

Capricci, scoppi di rabbia, l’incontrollabile impulso di lanciare qualunque cosa abbiano in mano in quel momento.

Se anche per te è una scena vista e rivista con il tuo bambino, beh, sappi che non capita solo a te..

Ma che senso hanno per i nostri bambini questi gesti che sono così fastidiosi e faticosi per noi genitori e come si possono affrontare in modo efficace senza lasciarsi travolgere dalle emozioni negative?

Non so a te, ma a volte a me è capitato di essere in un negozio, in un supermercato, al ristorante e vedere un bambino di quest’età lanciare arrabbiato un oggetto, piuttosto che urlare a squarciagola contro la mamma, tirare un calcio al papà, gettarsi a terra in segno di protesta.. E la mamma o il papà provano a contenerlo, invano, anzi spesso sortendo l’effetto opposto, con il risultato di dare inizio ad un escalation di rabbia, ammonimenti, punizioni, urla e profondo malessere per entrambi.

Penso sia un’esperienza che chiunque ha vissuto con i propri figli, chi a casa e chi in un luogo pubblico, con toni più o meno accesi, con esito più o meno riuscito. 

È capitato anche a me e la sensazione che alla fine rimane al genitore è: impotenza per non essere riuscito a calmare il bimbo o la bimba, rabbia per non essere stato ascoltato, imbarazzo se è successo in presenza di altre persone e frustrazione per non essere stato efficace in quel momento come genitore.

Ma perché i bambini piccoli si comportano così?

TUTTI i bambini di 2,3,4 anni possono mettere in atto comportamenti di questo tipo e dipende dal fatto che il cervello a quell’età non è ancora così sviluppato da permettere di mantenere in modo costante il loro equilibrio emotivo.

Cosa si può fare allora?

Il primo passo in assoluto è aiutarli a ritrovare l’equilibrio emotivo, senza il quale ogni altra azione risulta inefficace.

Come? Aiutandolo a calmarsi, standogli vicino, tenendolo in braccio, ascoltandolo.

Un bambino spesso si “comporta male” perché in quel momento non riesce a controllare le sue emozioni e il suo corpo, non perché vuole comportarsi male o fare un dispetto. Due importanti clinici americani, D. Siegel e T. Bryson, che da molto tempo lavorano con i genitori su questi temi sottolineano come ai bambini non piace sentirsi fuori controllo, anzi è una condizione che li spaventa e per il loro livello di sviluppo mentale possono non riuscire ancora a calmarsi da soli.

Possono però farlo grazie all’aiuto dei loro genitori.

Per questo è fondamentale innanzitutto confortarli, stare vicino a loro e trasmettere così la sensazione che sono al sicuro proprio perché siamo vicino a loro anche quando provano emozioni così travolgenti e sconvolgenti.

Quando non riusciamo ad aiutarli a fare questo, entra in atto facilmente la crisi di rabbia, che è semplicemente una reazione ad uno stato di forte perdita di controllo emotivo che il bambino non ha strumenti per affrontare. È quindi un comportamento normale a quest’età in una situazione stressante.

Se invece siamo riusciti a mantenere il nostro equilibrio innanzitutto, allora riusciremo più facilmente ad aiutare anche loro a tornare in uno stato di calma.

Dopo e solo dopo aver fatto questo, potremo giustamente parlare con loro del gesto sbagliato che hanno fatto, di quale sia il comportamento adeguato in quel contesto, facendo capire che li aiuteremo ad imparare a controllarsi di più in futuro.

Quali sono allora i passi da fare?

  1. Mantenere noi per primi il controllo delle nostre emozioni ed un certo equilibrio
  2. Stare vicino al nostro bambino aiutandolo a calmarsi
  3. Una volta ripristinato l’equilibrio, parlare del comportamento sbagliato aiutandolo a capire quale sarebbe stato il comportamento più giusto.

La prossima volta che tuo figlio entra in crisi prova a fare questo:

  1. Immagina che in quel momento ci siate solo voi due, senza nessuno che può sentirvi o vedervi: questo ti aiuterà a concentrarti solo su di voi non sentendoti giudicato dagli altri e aiuterà il tuo bimbo o la tua bimba a sapere che sei lì solo per occuparti di lui
  2. Prendilo in braccio o fallo sedere sulle tue gambe abbraccialo proteggendolo a te, stringilo a te in modo che si senta protetto e al sicuro, continuerà a cercare di dimenarsi, cercherà forse anche di muoversi in modo insensato, non fa niente. L’importante in questo momento è che lui senta che tu lo stai contenendo con amore, evitando oltretutto che si faccia male
  3. Non minacciarlo di punizioni per farlo calmare: finché non si sarà tranquillizzato non potrà ascoltarti né capire perché lo stai punendo, anzi, sentendosi ‘attaccato’ reagirà aumentando ancor di più la sua rabbia e i comportamenti che non vanno bene
  4. Anche se è difficile, sii amorevole e determinato: il tuo bambino deve sentire che sei un punto fermo, anche in questa situazione in cui lui ha perso ogni controllo
  5. Non promettergli un premio se si calma, alla fine avrai vanificato tutto lo sforzo fatto prima.. invece quando finalmente senti che il tuo piccolo si è calmato e la sua mente può ascoltarti perché è aperta e non si deve più difendere dal caos incontrollato che stava vivendo prima, parlagli. 
  6. Aiutalo capire cosa gli è successo, parlagli delle emozioni che ha vissuto, nominatele insieme: è fondamentale perché quest’esperienza così intensa e negativa per lui possa essere elaborata bene dalla sua mente.
  7. Alla fine e solo dopo tutti questi passi, arriva il momento della spiegazione: di fargli capire cos’ha sbagliato, qual è stato il comportamento o il gesto inappropriato che ha fatto e cosa avrebbe potuto fare diversamente.

Sono piccoli passi che insieme alla tua sensibilità e a tutto ciò che già conosci del tuo bambino ti aiuteranno a vivere e a gestire le crisi in maniera più efficace. Forse le prime volte ci vorranno diversi minuti, sia perché tu possa mantenere la calma sia perché il tuo piccolo o la tua piccola riescano a tranquillizzarsi.

Non aspettarti al primo tentativo il massimo risultato, è un obiettivo difficile da raggiungere e neanche troppo significativo.

Vedrai però che se crisi dopo crisi continuerai a seguire questi passi, per te sarà molto più naturale stare tranquillo anche di fronte ad un bel capriccio in ristorante e il tuo bambino imparerà pian piano a gestire e controllare le emozioni così dirompenti!

Non è così semplice da mettere in pratica, ma vedrai che alla fine, nell’arco di un paio di settimane, sarà già cambiato qualcosa e più passerà il tempo e più diminuiranno gli episodi di crisi incontrollata.


(D. Siegel, T. Bryson, Yes Brain. Come valorizzare le risorse del bambino. (2018) Raffaello Cortina Editore, Milano)

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